E' una sera di primavera della Milano a meta' degli anni '90, siamo immersi nella crisi sociale ma allegri della morte del craxismo ed inconsapevoli della putrefazione in arrivo..
Siamo al Ticinese, la piazza del Feltrinelli, veniamo alla luce intorno ad una maglietta improbabile di bolle bianche in campo verde piena di scritte..
-Come ci chiamiamo ?
°Ba'.. cosa c'e' scritto sopra sta maglia ?
-Gibbons Italia Refrattari
°Non possiamo chiamarci Gibbons..
Al parto, al cospetto del Capitano e del Presidente, assiste il nostro uomo migliore.
-Ci vuole un logo
°Mettiamo la stella..
La base e' il Racànà di via Sannio un pub inglese incastrato sotto la stazione di Porta Romana, un misto di periferia milanese e orgoglio britannico spazzato via qualche anno dopo dalla bramosia del guadagno.
Veniamo da un'altra era.. la Nato ed il Patto di Varsavia, le stragi di stato, il Partito Comunista e la DC, le Brigate Rosse, Cuba, il mito dell'Unione Sovietica, le fabbriche.. troppo educati per dire che dovevamo rovesciare tutto in ogni modo ma troppo incazzati per non essere Refrattari alle ondate di merda mascherate da perbenismo ed omologazione che iniziavano ad alzarsi.
Oggi ogni giocatore ha la sua anima ma la stella nera, simbolo della squadra, e' sinonimo dei valori e degli ideali dei lavoratori precari, dei salariati, della classe operaia.
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